Informazioni sull'influenza A/H1N1v/2009 "suina"
Tutti sanno che cos'è l'influenza, e quello che si sa vale anche per l'influenza A H1N1 del 2009, la cosiddetta suina. Il nome esatto in termini tecnici è influenza A/California/H1N1v/2009, dove la "v" sta per "variante". Si tratta infatti di un virus diverso da quelli circolati negli ultimi anni, ma questo rientra nella normalità, perché i virus influenzali si modificano continuamente e ad intervalli di alcune decine di anni vanno incontro a mutazioni maggiori. Alcune di queste mutazioni interessano solo animali (per lo più uccelli e maiali), ma negli ultimi 90 anni ce ne sono state almeno 3 capaci di infettare gli uomini e di trasmettersi tra persone: nel 1917/18 il virus della "spagnola", nel 1957 quello dell'asiatica, e nel 1968 il virus Hong Kong. In tutti e tre i casi si sono avute delle grandi epidemie (pandemie) per l'alto numero di persone suscettibili.
Quando un virus dell’influenza cambia, le difese immunitarie debbono imparare a riconoscerlo, e questo accade in pochi giorni nel corso della malattia, che quindi guarisce, oppure in 2-3 settimane dopo la vaccinazione. E' raro che insorgano complicazioni gravissime, ma quando i casi sono tanti capiterà più del solito, anche in persone sane. La nuova influenza non è del tutto sconosciuta al sistema immunitario delle persone che hanno più di 40-50 anni, perché il virus della suina è simile a quello delle ultime due pandemie del 1957 e del 1968. Per questo si ammalano soprattutto i giovani:
il 75% dei casi si ha al di sotto dei 20 anni, il 10% oltre i 40 e solo l’1% al di sopra dei 65 anni.
In breve: l’influenza A "suina" del 2009 non è più grave delle comuni influenze stagionali; l’andamento suggerisce anzi il contrario. Colpisce principalmente bambini e ragazzi sotto a 20 anni, e ci si aspetta che si diffonda a molte più persone del solito. In rari casi causa gravi complicazioni, anche mortali ed anche in giovani sani (vedi box a sinistra per i sintomi di allarme). E’ disponibile un vaccino apposito, raccomandato alle donne nel II e III trimestre di gravidanza, ai malati affetti da patologie croniche (bambini, ragazzi e adulti fino a 65 anni). Sarà poi offerto (a Macerata dal 16 novembre) a tutti i minori di 27 anni. Le persone oltre i 65 anni sono colpite da meno dell’1% dei casi e perciò non erano state inizialmente incluse. La sicurezza del vaccino è presumibilmente analoga a quella dei vaccini che somministriamo tutti gli anni, mentre sulla sua efficacia si potrà (forse) dire qualcosa solo a stagione conclusa.
Come sta andando? La rete Influnet, basata sulle segnalazioni di medici di famiglia e pediatri, permette di monitorare il numero di casi di sindrome influenzale settimana per settimana e per ogni regione. Vedi qui
Come si riconosce la suina dalle altre influenze?
Non si riconosce: i sintomi sono quelli di tutte le influenze stagionali: febbre, mal di gola, tosse, raffreddore, dolori ossei e muscolari diffusi, mal di testa, senso di spossatezza, malessere generale, talvolta mal di stomaco, vomito e diarrea. Per fare una diagnosi precisa del tipo di virus bisognerebbe ricorrere ad un tampone da inviare ad un laboratorio specializzato, ma questo ha senso solo a scopo statistico e di ricerca (è stato importante fino ad alcune settimane fa per capire l’andamento dell’epidemia), mentre non serve affatto per curare le persone malate. Attualmente la ricerca del virus viene fatta solo nei casi ricoverati in ospedale per complicazioni.
E’ vero o no che l’influenza suina è meno grave delle altre solite stagionali?
Da quanto ne sappiamo finora, sembra proprio di sì: è meno grave ma colpisce più persone. Ci sono state epidemie nel sud del mondo (dove è inverno tra giugno e settembre), in particolare in Argentina, Brasile, Australia e Nuova Zelanda: hanno colpito milioni di persone, più del solito e specialmente giovani (come ci si aspettava), ma non è successo niente di drammatico, anche in assenza di vaccino, che non era ancora disponibile. In Australia, ad esempio, ci sono stati meno casi gravi che negli ultimi anni, e la mortalità si è attestata su meno di un caso ogni 100.000 abitanti (0,9 per 100.000). Le stime rispetto ai casi di influenza (anziché al numero di abitanti) sono invece molto approssimative perché il numero esatto di persone colpite non è noto: moltissimi casi sono lievi e passano pressoché inosservati. I casi gravi si verificano principalmente in persone con malattie croniche preesistenti.
Perché allora c’è tanto allarme?
L’allarme c’è stato all’inizio dell’epidemia, nella primavera scorsa in Messico e negli Stati Uniti, perché mentre si era capito che l’influenza si sarebbe diffusa a tutto il mondo, ancora non si sapeva se e quanto sarebbe stata grave. Le Autorità sanitarie, sia internazionali che nazionali hanno diffuso la loro incertezza e l’allarme a tutta la popolazione mondiale, potenziati dalla stampa e dai mezzi di comunicazione di massa. Ci sono stati messaggi contrastanti; le autorità italiane hanno prima allarmato e poi, capito che stavano seminando un panico del tutto immotivato, hanno cercato di rassicurare con la consueta incapacità di parlare al pubblico e scarsa credibilità. La televisione ci presenta i casi più gravi, uno per uno, poi le esortazioni a non allarmarsi. Si sa che l’incertezza spaventa le persone più di ogni altra cosa, e infatti attualmente ci ritroviamo con un'epidemia di influenza, un'epidemia di paura dell'influenza, e un'epidemia di paura del vaccino.
Si ricorda l'esercizio salutare di cambiare sempre e subito canale
appena la TV parla di salute, malattie o medicina: non si sbaglia mai.
La televisione è il mezzo peggiore (dopo le cosiddette "campagne di sensibilizzazione"
di massa) per avere idee e informazioni attendibili sulla salute.
La pandemia influenzale preoccupa sempre più per il rischio di una paralisi dei servizi, se il numero di persone contagiate è molto alto e interessa operatori sanitari, lavoratori, servizi di pubblica necessità e così via. Come spesso accade, le persone più ansiose e suscettibili a tutte le paure si riverseranno nei pronto soccorsi intasandoli e magari contagiando così altre persone in attesa; se ne torneranno a casa con una prescrizione di tachipirina e il consiglio di rivolgersi al proprio medico. E' un buon motivo per saltare l'inutile passaggio del Pronto soccorso e rivolgersi direttamente al proprio medico.
Il vaccino è consigliabile o no?
Il vaccino è consigliato alle persone a rischio di complicazioni e agli addetti a servizi di pubblica necessità. Verrà offerto (nelle Marche solo dalle ASL) a tutte le persone da 6 mesi di età, affette da patologie croniche o condizioni di maggiore rischio (ad esempio gravidanza nel II e III trimestre), e inoltre al personale addetto ai servizi essenziali di pubblica necessità.
Sarà offerto (a Macerata dal 16 novembre) anche ai bambini e ragazzi tra 6 mesi e 27 anni, non affetti da nessuna patologia o condizione di rischio. Le persone oltre i 65 anni risultano poco suscettibili e sono colpite raramente dall'influenza H1N1v, ma vista l'ampia disponibilità di vaccini rimasti inutilizzati viene offerto anche a loro.
Vedi il calendario delle vaccinazioni presso la ASL di Macerata.
Ma è un vaccino sicuro? È stato sperimentato a sufficienza? Ci sono molte informazioni contrastanti.
I vaccini antiinfluenzali vengono preparati tutti gli anni in pochi mesi, cercando di “indovinare” quale sarà l’influenza stagionale (ci sono molti virus che circolano e non è facile sapere in anticipo quali saranno i ceppi prevalenti). La sperimentazione con ogni singolo vaccino, anno per anno, è possibile solo in misura limitata, perché ci sono pochissimi mesi per produrlo. Ci sono poche certezze sull'effettiva utilità delle vaccinazioni antiinfluenzali, mentre i timori di danni da vaccinazione sono esagerati. I vaccini antiinfluenzali sono sempre molto simili; cambia solo il virus, che deve essere ovviamente quello in circolazione, altrimenti il vaccino sarebbe sicuramente inefficace. L’esperienza di decine di anni ha dimostrato che sono sicuri tanto da poter essere somministrati a milioni di persone, come infatti facciamo ogni anno.
Sappiamo poco sull’efficacia nel corso della pandemia: è probabile – anche se non certo - che il vaccino protegga abbastanza dall’influenza (anche se sicuramente non del tutto); i dubbi sulla sua sicurezza sono invece poco giustificati.
Quali sono le obiezioni al vaccino e i rischi paventati?
Alcuni sottolineano i rischi di eccipienti come lo squalene (un componente naturale dei tessuti corporei umani che serve per potenziare la risposta immunitaria) o conservanti come il thiomersal (che contiene mercurio). Ma da molti dati e indagini scientifiche risulta che non sono sostanze pericolose alle dosi usate: sono contenute nei vaccini anti influenzali (e anche altri) che abbiamo somministrato per decine di anni. Alle donne in gravidanza viene somministrato un vaccino in confezione monodose senza thiomersal, perché la sicurezza per il feto non è stata accertata anche alle dosi sicure per gli adulti.
Se il vaccino fosse stato disponibile dall'estate 2009, probabilmente con la spinta della paura sarebbero tutti corsi a farlo; dopo la paura dell’influenza, è emersa infine anche la paura del vaccino. Qualcuno ha evocato pericoli da fantascienza, altri lo considerano solo un grande imbroglio delle case farmaceutiche per fare soldi. Al contrario, tra le persone di oltre 65 anni, a cui il vaccino non era stato inizialmente proposto, qualcuno è arrivato a pensare che non si volessero proteggere gli anziani perché sarebbero un peso per la società (chissà perché allora li vacciniamo da anni contro le influenze stagionali…).
In sostanza, c’è chi si muove solo spinto da qualche paura, chi vede trame e complotti planetari, chi pensa che sia tutta una montatura, chi non sa di chi fidarsi e per sicurezza non si fida di nessuno, così non sa che fare. Fortunatamente la maggioranza delle persone capisce che ci può essere qualche incertezza, ma anche che è normale che ci sia; che il rischio dell’influenza non è grave, ma è ragionevole cercare di proteggersi se si è a rischio o si hanno responsabilità verso altri, e infine che non esiste nulla nella vita a rischio zero, nemmeno prendersi un’aspirina.
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Ultimo aggiornamento: 31/12/2009