DONARE O CONSERVARE IL CORDONE OMBELICALE?
Molte donne decidono di conservare in banche private all’estero il sangue cordonale del proprio figlio per uso autologo, con la speranza che questo possa servire, in futuro, per trovare terapie personalizzate ad eventuali patologie che il bambino potrebbe sviluppare negli anni a venire. In Italia ciò è consentito solo se un parente della madre o del nascituro è affetto da malattie del sangue, quali la leucemia e la talassemia, per cui è riconosciuta scientificamente l’opportunità terapeutica tramite infusione di cellule staminali cordonali.
In Italia, la conservazione di sangue cordonale è consentita e gratuita:
- per uso allogenico (trapianto da donatore, cioè ad altri) a fini solidaristici;
- per uso dedicato al neonato o a consanguineo con patologia in atto al momento della raccolta, per la quale risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l'utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale;
- per uso dedicato nel caso di famiglie ad alto rischio di avere ulteriori figli affetti da malattie geneticamente determinate per le quali risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l'utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale;
La normativa in vigore (ordinanza del Ministro della Salute 4/5/2007 - Gazzetta Ufficiale numero 110 del 14 maggio 2007, Misure urgenti in materia di cellule staminali da cordone ombelicale) stabilisce che:
- le banche per la conservazione del sangue cordonale devono essere individuate e autorizzate dalle Regioni;
- le banche per la conservazione del sangue cordonale possono essere solo di carattere pubblico e «è vietata l'istituzione di banche per la conservazione di sangue da cordone ombelicale presso strutture sanitarie private anche accreditate ed ogni forma di pubblicità alle stesse connessa».
Vedi anche la più recente Ordinanza
ORDINANZA del 26 febbraio 2009
del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 57 del 10-3-2009 ) con nuove disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale.
Come spiega Gloria Pravatà di ADISCO (Associazione donatrici italiane di sangue e cordone ombelicale) «la conservazione del proprio cordone ombelicale è sostanzialmente priva di fondamento scientifico e con buona probabilità potrebbe non portare ad alcun vantaggio». I motivi sono diversi.
- In primo luogo non è scientificamente provato che le cellule staminali del cordone possano servire per curare patologie diverse da leucemia, talassemia (che è ereditaria e congenita) e altre malattie del sangue.
- In secondo luogo, considerando che si è iniziato a conservare il sangue cordonale da pochi anni, non sappiamo se dopo 15 o più anni di congelamento, le cellule staminali cordonali mantengono la stessa attività di quelle "fresche".
- Per quanto riguarda le malattie genetiche, l’utilizzo delle proprie cellule staminali difficilmente consentirebbe la cura di una propria malattia genetica, in quanto avrebbero la stessa alterazione che è causa della malattia.
- In ultimo, almeno in Italia, nessuno effettuerebbe un trapianto di cellule staminali conservate in strutture private estere non facenti parte del circuito di centri autorizzati, che rispettano precise e obbligatorie regole sul prelievo, trasporto e conservazione, mutuamente riconosciute dai diversi Paesi.
L’importante quindi è donare. E donare pensando agli altri potrebbe rivelarsi utile anche per noi, esattamente come si fa con il sangue (nessuno, salvo in previsione di un intervento chirurgico, si farebbe conservare il proprio!).
Testo tratto da Partecipasalute. Per leggere l'intero articolo, vai su: http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/719
Per ulteriori dettagliate informazioni vedi il sito dell'ADISCO (Associazione donatrici italiane di sangue e cordone ombelicale).
Ultimo aggiornamento: 29/4/2009